Picchiaduro letterario: Salinger vs Hemingway

JD Salinger, Ernest Hemingway, due autori che hanno fatto grande il Novecento americano. Letti e osannati in tutto il mondo, in vita ebbero occasione di incontrarsi, durante la II Guerra Mondiale. Entrambi soldati, un Salinger misconosciuto che non aveva ancora pubblicato Il giovane Holden, ma solo qualche racconto sul New Yorker, decise di far visita al grande Hemingway, di cui era un fervente ammiratore. Si dice che Hemingway si complimentò con Salinger per i suoi racconti e che Salinger rimase molto colpito da ciò. Insomma, i due si ammirarono (o per dirla alla signor Wolf, si facevano “i pompini a vicenda”).
Ma veniamo alla sfida.
Entrambi questi autori hanno pubblicato romanzi (per la verità, Salinger solo uno) e racconti. Entrambi pongono al centro della loro poetica la guerra e le sue ripercussioni sulla psiche di un’intera generazione.
Chi è il migliore?

Stile
EH è l’autore americano per eccellenza. La sua prosa oggettiva, al risparmio, fatta di pochi aggettivi e molta azione, nonché dialoghi perfetti, ha influenzato tutta la letteratura a venire. Anche JDS, però, ha riprogrammato la lingua americana attraverso il parlato del suo alter ego, Holden Caufield. Una dura battaglia. C’è da dire che la prosa di EH attinge a un realismo che avevamo trovato già nei racconti di Guy de Maupassant, mentre prima di JDS nessuno ha scritto come JDS. Quindi, 
JDS vince

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Personaggi
JDS deve fama e successo a un solo personaggio, Holden Caufield, il giovane anticonformista del romanzo Il giovane Holden. La sua voce è a tutt’oggi unica e stabilisce un rapporto profondo con il lettore. I personaggi di EH sono certamente meno unici e psicologicamente meno profondi di Holden Caufield, e si rifanno più che altro ad archetipi umani, il marinaio, il cacciatore, il soldato eccetera. Però sono ugualmente umani e li sentiamo nostri.
Un’altra dura battaglia. Alla fine della quale, si va incontro a un
pareggio

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Ambientazioni
Quelle di JDS sono New York, soprattutto interni – bar, stanze di campus universitari eccetera. Pochi campi di battaglia nonostante abbia partecipato allo sbarco in Normandia. EH era un grande viaggiatore. Visse in Europa a Cuba oltre che in America, ovviamente. Amava il mare e la montagna, ogni luogo in cui la natura costituisse una sfida. La sua è una delle prose di più ampio respiro geografico della letteratura novecentesca.
Quindi…
EH (stra)vince

 

Poetica
Tragica quella di EH come la sua vita: l’autore si suicidò soverchiato dall’alcol e dall’età. Nei suoi romanzi la morte è una costante. Un senso di sconfitta è la cifra stilistica di ogni storia. Drammatica quella di JDS, l’autore degli adolescenti ribelli e disadattati che a fatica si integrano nella società. C’è da dire che quest’ultimo dalla sua, ha un senso dell’umorismo che mancava all’altro. Un eroe salingeriano sopravvive nevroticamente, uno hemingwayano soccombe eroicamente. Anche qui registriamo un
pareggio

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Ai punti i due scrittori si equivalgono, ma c’è un ultimo parametro dove uno prevale nettamente sull’altro, aggiudicandosi la vittoria: il corpus dell’opera. Quello di JDS è striminzito. Un solo romanzo veramente bello, straordinario che lo ha proiettato nell’empireo dei grandissimi. Poi qualche racconto bello e una saga su una famiglia di piccoli geni – i Glass – che non ha mai convinto fino in fondo. EH ci ha lasciato decine di racconti, tanti romanzi, pagine e pagine di una prosa che non perde mai l’afflato. Quindi, per quanto alla lunga distanza, vince
Ernest Hemingway

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